Il maso e la famiglia
Ridanna - una perla nelle Alpi
Molte cose sono cambiate negli ultimi anni e decenni. La ruota del tempo non si ferma mai, in nessun luogo. Una sonnolenta vallata alpina
si è trasformata in una vitale e attraente località turistica.
Nonostante ciò, Ridanna ha mantenuto gran parte della sua particolarità e del suo speciale fascino: una vallata alpina invitante, accogliente e soleggiata, nella grandiosa cornice delle maestose moli delle Alpi dello Stubai. Lontano dai gravami del traffico e dell'industria, Ridanna offre ai propri abitanti un’elevata qualità della vita, in cui anche i turisti trovano tranquillità e rigenerazione dallo stress quotidiano
Pane guadagnato con fatica
Da come oggi la valle si mostra ai visitatori, amabile e benefica, è difficile immaginare quanto grave e dura fosse anticamente, e fino a non molto tempo fa, la vita dei suoi abitanti. Con indicibili sforzi e fatica i contadini delle montagne, nell’aspro clima ai piedi dei ghiacci perenni, dovevano strappare al magro terreno quanto necessitava per vivere e sopravvivere.
Argento, piombo e zinco
Per lungo tempo, almeno per 800 anni e forse molto di più, l'attività mineraria contribuì a caratterizzare la vita quotidiana nella valle. Quella di Monteneve (Schneeberg) è una delle maggiori miniere della tradizione del Tirolo. Visse la sua fioritura intorno al 1480, quando non meno di 1.000 minatori scavavano i preziosi minerali in 70 gallerie. A quel tempo il Tirolo acquistò, anche grazie alla sua fortuna mineraria, una forte influenza sulla politica mondiale. Non stupisce dunque che sotto l'Imperatore Massimiliano I del Sacro Romano Impero, "l'ultimo cavaliere", Innsbruck sia assurta a centro e fulcro delle ambiziose mire politiche ed economiche del sovrano. Nel corso della sua lunga storia, la miniera di Monteneve ci ha regalato quantità smisurate di argento, galena e blenda. I conti del Tirolo, varie famiglie di imprenditori minerari e i Fugger di Augusta hanno potuto riempirne i propri forzieri. Ma chi può enumerare le lacrime, le preoccupazioni, le malattie, gli incidenti e le morti nella miniera più alta d'Europa?
Su per le montagne
Nella seconda metà del 19° secolo, oltre all'agricoltura e alle attività minerarie, il turismo ha gradualmente accresciuto la propria importanza nell'alta Val Ridanna. La gente, soprattutto chi viveva in città, scopriva il proprio amore per la natura. "Via dalla città, su per i monti!" era il nuovo motto. La costruzione di strade e ferrovie facilitò inoltre enormemente il viaggiare. Generosi pionieri provenienti da Teplitz in Boemia e da Hannover, tutti membri del Club Alpino di Germania e Austria, tra il 1887 e il 1914 resero turisticamente accessibili da Ridanna le straordinarie montagne delle Alpi dello Stubai, con la realizzazione di sentieri e la costruzione di vari rifugi in posizioni elevate ed elevatissime. Dopo la Prima guerra mondiale il turismo precipitò in una profonda crisi, da cui non si sarebbe ripreso per molto. Solo nell'ultimo quarto del secolo appena trascorso il turismo poté tornare ad essere un fattore economico determinante a Ridanna e nell'intero comune di Racines.
Mitico capostipite del Maso Gallerhof
Ci muoviamo in pieno terreno storico. Non è escluso che il Gallerhof sia la tenuta più antica di tutta la valle. In ogni caso una leggenda ci riferisce quanto segue: Un tempo qui a Masseria pare ci fosse un solo maso. Esso apparteneva a Gallus Mair, un ricco contadino, molto ben visto in tutti i territori circostanti. Un giorno tuttavia lo colpì una tremenda pestilenza e gli rimase soltanto una vacca. In quel momento di massimo bisogno si verificò un incredibile miracolo. L'ultima vacca rimasta, che aveva un corno solo, diede alla luce un puledro, e da quel momento le cose andarono sempre meglio per Gallus Mair. Egli divenne talmente benestante, che prima della sua morte poté distribuire la sua proprietà tra i nove figli, in modo che ciascuno di loro ricevesse un proprio maso con molti campi e pascoli. Il figlio primogenito ereditò il Gallerhof, che prese il nome dal padre.
Uno stemma per i Kruselburger
La stirpe dei Kruselburger è molto antica. Il primo maggio dell'anno 1593 l'Arciduca Ferdinando II, che risiedeva nel castello di Ambras presso Innsbruck con la consorte Philippine Welser di Augusta, bella ma di lignaggio inferiore essendo figlia di un patrizio, conferì, per i suoi meriti nella campagna militare contro il Portogallo, ad un certo Georg Kruslburger, cittadino di Schönna presso Merano, un blasone. Nel 1580 il Re Filippo II di Spagna, lo zio dell'Arciduca appassionato d'arte, era sceso in campo per far valere le proprie pretese ereditarie, e, a quanto pare, i fratelli Hans e Georg Kruslburger si distinsero a tal punto, da ricevere più tardi dal principe tirolese tale raro privilegio.
Dalla Passiria a Ridanna
Kruselburger, un nome non certo comune. Sulle sue origini persino i ricercatori di araldica, che solitamente hanno una risposta a tutto, brancolano nel buio. È persino possibile che non sia nemmeno di origine tirolese, dato che in Tirolo un corrispondente nome di maso è assolutamente sconosciuto. La presenza del nome "Chruselburger" è documentata a Prantach in Passiria fin dal 1454. Ma soltanto molto più tardi, intorno al 1638 essi comparvero anche nei libri catastali di Ridanna, dove in seguito la famiglia si ramificò notevolmente, mentre il nome andava via via scomparendo in Val Passiria.
Il Gallerhof a Masseria
L'antichissimo maso Galler fino al 1940 fu mandato avanti da Johann Helfer, uno di quegli autentici tirolesi, che oggi si incontrano estremamente di rado. Egli era contadino e clarinettista nella banda del paese. Nei mesi estivi, quando il lavoro dei campi lo permetteva, accompagnava in qualità di guida alpina gli inesperti turisti nel mondo dei ghiacciai delle Alpi dello Stubai, su ai nuovi rifugi, e fino in cima al Pan di Zucchero, che domina su tutto. Egli era poi anche conosciuto ovunque come medico contadino, cosa sulla quale ancora i vecchi raccontano divertenti aneddoti. A quanto pare dimostrò una particolare abilità nel realizzare sofisticate protesi dentarie di legno, legno di betulla, per la precisione! Allora lavorava come bracciante al Gallerhof anche Leopold Kruselburger, originario del non lontano maso Tembler, che era anche il nipote della padrona.
Il "nuovo" Galler
Il 1° dicembre 1940, all'età di 77 anni, il contadino "Galler" Johann Helfer morì. Lui e sua moglie Anna non avevano figli o discendenti diretti, così il destino portò il bracciante Leopold Kruselburger ad entrare in possesso del maso. Per mettere su famiglia non dovette fare molta strada, aveva infatti messo gli occhi su una ragazza che era a servizio nel maso dei suoi genitori. Anna, del maso Prez, lavorava in cucina, nei campi e nella stalla, e si occupava prevalentemente della folta schiera di bambini. Il 9 ottobre 1947 il contadino del Gallerhof, Leopold Kruselburger, condusse finalmente la sua Anna davanti all'altare.
Triste Natale
Una breve fortuna. Quasi ogni anno arrivava un nuovo pargolo, finché intorno al tavolo di cucina non fu riunita una schiera di bambini che assomigliava alle canne di un organo. Natale è una festa di gioia, che rallegra specialmente i cuori dei bambini. Non che allora la tavola fosse particolarmente ricca di doni, ma l'atmosfera particolare della nascita di Gesù è un momento speciale nel corso dell'anno. E fu proprio il magico periodo natalizio che il destino scelse per colpire senza pietà. Improvvisamente, senza alcun preavviso, la Vigilia di Natale del 1960 morì il giovane contadino e padre di famiglia Leopold Kruselburger. Aveva solo 47 anni. Di colpo una giovane donna con sei bambini, il più grande di appena dieci anni, si trovò completamente sola. Come andare avanti?
Tempi duri
Tempi duri aspettavano la famiglia. Bisognava darsi da fare, tutti, anche i bambini, maschi e femmine. Per mandare avanti la fattoria, fu soprattutto la famiglia di lei, i fratelli e le sorelle del Maso Prez, ad essere un sostegno irrinunciabile, senza cui quel duro destino sarebbe stato insuperabile. Hans, il "maggiore" dei figli del Gallerhof, condivise il destino della maggior parte dei figli di contadini del paese. Già a sette anni dovette salire agli alpeggi del Sennerboden per badare al bestiame dei malgari nei mesi estivi. Negli anni seguenti lavorò anche in altre malghe della valle, sul Moarerberg e alla malga Mart, a Valtigl e persino a Monteneve. Soltanto in ottobre, quando ricominciava la scuola, i pastorelli tornavano giù in valle dalle loro famiglie.
A Monteneve
Per Hans Kruselburger nel settembre del 1970, quando trovò occupazione nella cucina dei minatori che stavano scavando una galleria di collegamento dalla parte di Ridanna al giacimento di San Martino Monteneve, iniziò un'esperienza di vita completamente nuova. Più tardi avrebbe ancora trovato lavoro e reddito presso la miniera, non però condividendo i gravi rischi dei minatori, ma nella fucina all'esterno della miniera, nella Valle di Lazzago. Ma non era la miniera Schneeberg (Monteneve) il suo destino, ma uno "Schneeberg" di tutt'altro genere.
Da maso ad albergo
Nuovi obiettivi
Nel 1972 la famiglia Kruselburger iniziò a scavare le fondamenta per un nuovo edificio nel terreno accanto alla vecchia fattoria. Tutti si rimboccarono le maniche, mamma e zia, fratelli e sorelle. Con pochissimi aiuti esterni, entro l'autunno dell'anno successivo furono realizzati i primi due piani grezzi. Nel frattempo Hans Kruselburger aveva appreso le basi del lavoro di muratore, lavorando in una piccola impresa edile locale. Nel 1974 i lavori vennero interrotti per via del servizio militare. Per tre mesi dovette andare in Abruzzo per l'addestramento reclute. Per un ragazzotto sudtirolese di montagna si trattava di un viaggio enorme, ma non si fece abbattere, e quando tornò, aveva imparato bene l'italiano, cosa che certo non guastava. Il restante periodo di leva lo trascorse poi a Varna, vicino a Bressanone. Fu molto utile essere vicini a casa, durante le licenze riuscì infatti a completare il terzo piano e persino il tetto.
Finalmente si festeggia
Dopo il congedo Hans Kruselburger continuò a lavorare come muratore e poi nella fucina a Monteneve. Nel frattempo continuava naturalmente anche il lavoro nel suo cantiere. Per questo le cose non procedettero certo velocemente. Ci vollero degli anni, sette per la precisione, affinché la piccola e curata pensioncina fosse terminata in ogni dettaglio. Ma infine venne il fatidico giorno. Il 2 giugno 1978 la "Pensione Schneeberg" aprì finalmente i battenti ai suoi primi ospiti. Erano state realizzate ben dieci camere, una confortevole sala da pranzo e una piacevole stube, dove la gente del posto e i villeggianti si riunivano volentieri a bere un bicchierino e a scambiare quattro chiacchiere.
Tutto per gli ospiti
Con gioia ed entusiasmo Hans Kruselburger si lanciò nel suo nuovo mestiere di albergatore, che sarebbe divenuto la sua vocazione. Era disponibile per i suoi, effettivamente ancora pochi, ospiti da mattina a sera, preoccupato del loro benessere: una strizzata d'occhi e un sorriso divennero il suo marchio distintivo, e una stretta di mano, una parola gioviale, un buon consiglio in ogni situazione... Era un anfitrione più che un albergatore, da cui tutti tornavano sempre volentieri, e a cui si perdonava volentieri questo o quel difetto, come ad esempio quando gli artigiani ancora martellavano alacremente, mentre i primi ospiti avevano già disfatto la valigia.
Gioia e dolore spesso vanno a braccetto
La gioia per la riuscita impresa famigliare non rimase a lungo senza ombre. L'8 ottobre 1978 il fato colpì ancora una volta con durezza la famiglia Kruselburger. Heinrich, il terzo fratello, lavorava come cuoco nella nuova azienda famigliare. Heinl, come lo chiamavano tutti, era un tipo allegro e gioviale. Gli piacevano soprattutto le macchine. Con il suo bolide rosso, una Fiat 500, trovò la morte in un incidente a pochi passi da casa.
Nuovi progetti per il Gallerhof
La nuova "Pensione Schneeberg" si rivelò subito troppo piccola. Già lo stesso anno nel maso contadino adiacente si ricavarono altre 5 stanze per i villeggiati. E nell'anno seguente si iniziò con una grande ristrutturazione dell'antico maso. La stalla e il fienile furono abbattuti, e al loro posto furono realizzate nuove stanze. Via via sorse anche una bella e ampia sala da pranzo e la vecchia casa crebbe di un piano. Ma questo era solo l'inizio...
Il Mucherhof
Non passò molto che si iniziò a interessarsi al vicino Mucherhof. Già a cavallo del secolo questa semplice locanda di campagna era stata l'ultimo ristoro per molti alpinisti e minatori che affrontavano l'ascesa alle Alpi dello Stubai o a Monteneve. Ma naturalmente era anche apprezzato come ritrovo dai contadini dei dintorni, lì ci si incontrava per una tranquilla partita a carte o per giocare a birilli.
Il Mucherhof tenne per molto tempo anche un piccolo emporio, dove la gente del paese poteva procurarsi le cose essenziali di cui una famiglia aveva bisogno quotidianamente. E, se vogliamo, il Mucherhof era anche il "centro culturale" del piccolo borgo di Masseria, per un periodo ospitò infatti tra le proprie mura anche una classe della piccola scuola del paese.
L'azienda cresce
Poco alla volta Hans Kruselburger acquistò le quote della vicina locanda, integrandola mano a mano nella propria azienda alberghiera. Il turismo a Ridanna in quel periodo era veramente ancora "in fasce". Erano principalmente "villeggianti" quelli che frequentavano la valle per fare camminate e scalare le montagne, o semplicemente per rilassarsi. Molte altre attività allora nemmeno c'erano. D'inverno invece la vita era piuttosto tranquilla, cosa che presto sarebbe cambiata. Hans Kruselburger riconobbe presto i segni del tempo. Gli ospiti provenivano principalmente dalla Germania, dove l'economia era in costante crescita e la vacanza all'estero era divenuta un “must”. Nel momento giusto non esitò, con lungimiranza e una buona dose di rischio, investì nella propria azienda, progettò e costruì, anche se più d'uno scuoteva la testa di fronte a tanto incrollabile ottimismo. Non potevano esserci così tanti turisti, da riempire Schneeberg, Gallerhof e Mucherhof!
Idillio famigliare
Tutto andava a gonfie vele, e non solo a livello aziendale. Nel bel mese di maggio del 1987 ci furono finalmente le nozze. La sua fidanzata Edith Mair gli era stata già accanto fin dall'apertura dello "Schneeberg", e ora diventava sua moglie. Venne anche la prole, tre figli, Andreas, Heinrich e il piccolo Christian completarono l'idillio famigliare. Il tanto lavoro faceva però mettere un po' da parte la propria felicità in questa fase di avviamento. Per molti anni non si poté pensare a viaggi, vacanze o ferie comuni con moglie e figli.
Eldorado per il turismo invernale
Negli anni '80 il turismo invernale visse un enorme balzo in avanti. Nella vicina Valle di Racines era stata creata dal nulla una località turistica con confortevoli impianti di risalita e numerose piste da sci per tutti i gusti e gradi di preparazione. Ridanna invece puntò tutto sullo sci di fondo, che anche Hans Kruselburger sostenne con tutte le sue forze, fin dall'inizio. Le soleggiate e sempre innevate piste da fondo della valle divennero ben presto una delle mete principali in Alto Adige, per quanto riguarda lo sci nordico.
Di due si fece uno
Non stupisce che il lavoro non finisse mai. Hans Kruselburger era instancabile, sempre all'opera: al mattino il primo in cantiere, alla sera l'ultimo a posare gli attrezzi. Di anno in anno qualcosa veniva migliorato e ingrandito. Un’importante pietra miliare fu senz'altro l’unione degli edifici della pensione e del Gallerhof: nasceva così un ragguardevole Hotel.
Pericolo scampato
Nell'estate del 1987, il 18 e 19 luglio, a Ridanna ci fu un'incredibile alluvione. Le alte temperature e una grandine persistente sul ghiacciaio di Malavalle fecero crescere i flutti del torrente Fernerbach a Ridanna, che infine straripò. Solo grazie allo spericolato intervento dei vigili del fuoco e di molti altri volontari, fu possibile salvare la centrale elettrica. Mancò pochissimo, che tutta la centrale venisse spazzata via dalla furia del Fernerbach. I danni all'edificio furono ingenti, la cifra stimata fu di 70.000.000 di Lire. Eppure si disse: che fortuna! anzi, proprio una grande fortuna...
Dai e dai...
Una piccola ristrutturazione qua, una modifica la, una pista da bowling con pizzeria, un romantico laghetto dietro casa...
Così non passava quasi anno senza che gli ospiti trovassero qualcosa di nuovo al loro ritorno. Dal progetto alla realizzazione, Hans Kruselburger era instancabilmente all'opera, con disegni e progetto, come con badile e martello. E mentre era occupato da mattina a sera con i lavori del momento, gli venivano in mento già nuove idee su cosa si sarebbe potuto realizzare in seguito: un minizoo, un nuovo grande centro wellness, un collegamento sotterraneo di tutta la struttura alberghiera...
Un edificio che cambia
Così, anno dopo anno, l'aspetto dell'albergo continuava a trasformarsi un pochino, a volte di più a volte meno.
Gli ospiti abituali cercavano di indovinare in anticipo cosa avrebbe fatto Hans stavolta, durante la loro assenza.
Ma non solo l'aspetto esteriore dell'edificio cambiava, o meglio degli edifici, anche l'albergo cresceva costantemente, finché infine da una piccola, o sarebbe meglio dire minuscola, pensione sorse una struttura alberghiera imponente, in grado di soddisfare ogni desiderio dei suoi ospiti.
Ospite allo Schneeberg
Il numero degli ospiti non sarà sicuramente stato enorme nei primi tempi, e con il modesto numero di stanze a disposizione, non sarebbe nemmeno stato possibile. Ma ben presto i due giovani albergatori Edith e Hans capirono di aver puntato sul cavallo giusto. Con tenacia e lavoro, uniti ad una buona dose di ottimismo, continuarono ad ingrandire passo dopo passo, migliorando costantemente anche le proposte per gli ospiti. Non c'era l'intenzione di copiare semplicemente ciò che già funzionava, e spesso era la "concorrenza" a trovarsi in svantaggio, sia che si trattasse di wellness, animazione, sport o tempo libero. Poi ci fu il boom dello Schneeberg. Se inizialmente i registri degli ospiti contavano solo poche pagine, presto il numero degli ospiti di un anno raggiunse le migliaia. E infine il numero delle persone ospitate ogni anno si stabilizzò oltre i 20.000. Il fascino di Ridanna, questa unica e incomparabile valle soleggiata ai piedi delle Alpi dello Stubai con le sue infinite possibilità di sperimentare natura incontaminata e cultura, insieme alle variegate comodità dell'Hotel Resort Schneeberg, 86 garantiscono una vacanza straordinaria.
Perché?
Ma perché poi? Una semplice domanda posta probabilmente innumerevoli volte, ogni volta che il destino colpì freddo e implacabile. Nel tardo autunno del 2001 ci furono le prime avvisaglie che c'era qualcosa che non andava con la salute di Hans Kruselburger. Se all'inizio si era pensato che i disturbi fossero causati dal continuo stress dei lavori di ristrutturazione, presto subentrò la terribile consapevolezza, che si trattava dei primi segnali di una grave e subdola malattia.
Con grande pazienza e coraggio sopportò il suo destino, coltivò fino alla fine il contatto con i suoi amici e ospiti, sprizzava ottimismo e allegria, nonostante i gravi disturbi e dolori, ed era lui a confortare, più che a dover essere confortato. Il 1° settembre 2002 infine Hans Kruselburger chiuse gli occhi al mondo circondato dai suoi cari, dopo una breve ma operosa esistenza.
La vita continua...
…o meglio si doveva in qualche modo andare avanti.
Per la famiglia Kruselburger fu un salto nel vuoto, un abisso. Il marito, il padre, il capo mancava ovunque.
Ma fu sicuramente proprio secondo i desideri del compianto che nel 2004 sorse un nuovo tratto con comode suite e uno straordinario reparto wellness. Le idee e i progetti in gran parte erano già venuti in mente a lui.
Hotel Schneeberg numero 2
Già vari anni prima della sua prematura scomparsa, Hans Kruselburger si era spinto nella idilliaca e tranquilla Val di Giovo e vi aveva acquistato la "Pensione Alpenhof". Nel 2004/2005 l'Alpenhof venne grandiosamente ristrutturato da Andreas Kruselburger, ampliato e trasformato in una raffinata struttura a tre stelle. Sembra proprio che abbia ereditato la voglia di costruire del padre.
Hotel Schneeberg numero 3
Il più giovane, e per ora “ultimo nato”, degli Hotel Schneeberg, è il "Pulvererhof" a Mareta, acquistato dalla famiglia Kruselburger nel 2007. Il Pulvererhof è un Hotel in posizione straordinariamente incantevole, nelle immediate vicinanze di Castel Wolfsthurn.
Per moltissimo tempo l'imponente maniero barocco si poteva ammirare soltanto dall'esterno. Ma da quando vi è ospitato il Museo Provinciale della Caccia e della Pesca i visitatori hanno la possibilità di ammirarne anche l'interno.